Quarantacinque. Fine pena
Stasera abbiamo un appuntamento importante.
Alle otto in punto davanti alla tv.
Monsieur le Président farà un altro discorso ai Francesi, entrati nella quinta settimana di confinamento.
Qual è la posizione del governo? Le scuole riapriranno? Ci dirà una data o la ripresa di libertà sarà ancora sine die?
Le aspettative sono alte e la tensione familiare potrebbe arrivare a livello.
Occorre gestire l’attesa.
Figli, che dite? Usciamo a pranzo anche oggi?
Il menù di Pasquetta prevede i migliori avanzi della nostra vita e la possibilità di spostare il tavolo in giardino da vista ciliegio a vista pino. Pas mal, no?
Ma il nord ha un carattere bipolare e le temperature estive di ieri sono scese al polo, appunto. Undici gradi, percepiti anche meno, con il vento che tira. Dopo aver visto le galline rimettersi la sciarpa, optiamo per una tavola calda.
Mangiamo presto, annientiamo i coinquilini con un classicone cinematografico e ci dedichiamo, io e il marito, a un’attività che in tanti anni di matrimonio non ha mai perso smalto: trovare un posto ai libri.
Come i figli sono invadenti, ingombranti e polverosi. E li amiamo.
Ma non c’è una libreria che tenga. I diversi Billy hanno subìto talmente tante modifiche che sono su misura ovunque. Mamma Ikea sarebbe orgogliosa del loro spirito di adattamento. Purtroppo, per quanti sforzi facciano, gli scaffali non vanno d’accordo con l’insieme della famiglia cartacea. Le piccole pubblicazioni sono più accomodanti, accettano di buon grado qualsiasi ripiano, i rilegati invece fanno gli snob, non vogliono piegarsi alle esigenze democratiche.
Il marito ha costruito ponti e gestito crolli, ma l’equilibrio resta precario.
Il figlio è consapevole della situazione e rispetta le posizioni, anche se temporaneamente assegnate.
La figlia invece li semina in giro, convinta che il mucchio si organizzi in autonomia o che crescano librerie. Ho tentato di spiegarle che il terreno è troppo alcalino, ma lei insiste. Vedessi mai.
Così, in un tranquillo pomeriggio di festa minore, i due lettori più anziani si accollano l’onore e l’onere di trovare una soluzione alternativa e, forse, definitiva.
Direi di toglierli dalla camera piccola: dopo averli sopportati per mesi, ha bisogno d’aria.
Mettiamoli sulla tua scrivania e un po’ per terra. Intanto facciamo spazio vicino al divano. Che dici se rimettiamo il tavolo in cucina e quello da giardino lo usiamo come mobile ufficio vicino alla stampante? Le ante le spostiamo in verticale che slanciano. Il cuscino del cane sta meglio sotto la finestra o sopra? Ma questo muro è portante?
Grandiosa la vita: maneggi due libri e subito pensi di poter cambiare il mondo.
Intanto, sono passate due ore e mezza. Il film è finito e c’è un certo appetito.
Succo e torta di mele.
Il tifo dei figli seduti nel caos.
Calorie e motivazioni ci indicano la via del compromesso e arriviamo puntuali all’allocuzione presidenziale.
Se la nave spaziale mantiene la rotta, l’11 maggio riapriranno le scuole. Piano piano si tornerà tutti fuori.
Fra quattro settimane.
Abbiamo ancora tempo per cambiare.
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