Cinquantanove. Tetris va a scuola
Le vacanze primaverili sono finite.
Oggi in Francia si ricomincia la scuola.
A casa, con corsi virtuali e fatica reale, ma siamo pronti e abbastanza motivati.
Il bilancio delle due settimane di pausa è tutto sommato in attivo.
Nessuna vittima.
Scongiurato ricovero di minicane.
Terminato compito di arte con tanta colla e pochi sospiri.
Recuperate materie arretrate, nonostante l’altalena.
Scoperto il giardinaggio come terapeuta a basso costo ed alto impatto.
Preso appunti e steso panni.
Con questo background la giornata parte bene.
Fino alle undici e cinquanta.
La lezione sta per finire, porto un bicchier d’acqua allo studente accaldato e sento la professoressa in pieno sondaggio demoscopico.
Chi di voi tornerà a scuola?
Domanda impensabile nella vita di prima.
In questa invece, dans le nord confiné, è quasi d’obbligo.
Perché l’11 maggio ufficialmente si potrà tornare a piedi tra i banchi, ma in un gioco a incastro di cui non sono ancora del tutto chiare le istruzioni.
Moi, je ne sais pas, ben sintetizza il figlio.
Intanto, lui riprenderà il 18. La prima settimana è appannaggio dei grandi delle materne, di prima e quinta elementare. Poi le medie, ma solo il primo e il quarto anno, e dal 25 tutti dentro.
No, non tutti insieme. Al massimo 15 per classe, gli altri aspettano. Dove? Boh, fuori. Niente assembramenti però. Magari tornate nel pomeriggio, mezza giornata per uno non fa male a nessuno. Sì, la mascherina puoi toglierla in classe, certo, anche quando mangi, ma tanto la mensa resta chiusa e forse l’intervallo lo aboliamo. O, se si fa, si sta tutti in cerchio. Ognuno nel suo, ben disegnato per terra, così manteniamo le distanze. E mi raccomando i gesti barriera. Lava le mani dopo che hai assaggiato la terra. Non tossire in faccia all’orsetto. Hai cinque anni ormai, se non sai quant’è un metro sdraiati che più o meno è quella misura lì.
Insegnanti non spingete, ci sarete anche voi, ma solo se non avete la febbre e nessuna persona malata o a rischio in famiglia.
Genitori siete liberi di riprendere il lavoro, ma anche di tenere ancora a casa i figli. Il rientro si farà su base volontaria, la scuola è obbligatoria, ma vale anche à la maison.
Che facciamo?
Aspettiamo.
Ci si mette in modalità aereo, come ho letto che fa Monica Bellucci in confinamento con le figlie sulla costa basca. È una bella immagine, l’aereo (la Bellucci è scontato).
Lassù anche il telefono può aspettare, perché è un momento così, siamo su un mezzo diretto altrove. Fra le nuvole, forse al mare.
Ci si affida a chi guida, non c’è altra scelta.
Mamma, posso diventare pilota come la zia?
