Novantasette. Un lavoro pulito

Preludio.
I figli stanno crescendo.
La banalità dell’affermazione è evidente nell’umore a fasi alterne della figlia che voi non mi capite.
E nell’aspetto meno bambino del figlio che ha scoperto lo specchio. Ma che soprattutto si destreggia in cucina tra taglio verdure e tavole imbandite.
Intermezzo.
Stamattina mi sono riaddormentata felice dopo aver scritto in tempo per la colazione altrui. Un sonno profondo e incosciente.
Realtà.
Suona la sveglia.
Nell’anticamera del giorno ricordo l’appuntamento esterno del marito. Una volta alla settimana lavora fuori dal bunker, un inizio di normalità che lo lascia stranito.
Suona la sveglia.
Avrà cambiato programma, mi trasmettono due neuroni attivi. Perché nessuno si muove accanto a me, minicane compreso.
Suona la sveglia.
Sgomito, decisa a non esser la prima. Mmm…
Mamma, papà, sorella! La colazione è pronta!
È pimpante il figlio, già vestito. Non ha fatto il caffè, la moka non è ancora sua amica, ma ci sono yogurt, biscotti, latte e acqua calda.
Pure la lavastoviglie ha vuotato. Elenca orgoglioso le azioni che lo hanno portato alla meta.
L’alzata è briosa, fulminea per il marito appena si accorge dell’ora. Il suo programma odierno non è affatto cambiato, per rispettarlo deve solo polverizzare l’intervallo di tempo fra il bagno e l’accensione dell’auto.
Vado ad integrare il lavoro del figlio con un caffè che profuma di buono e mi restituisce un po’ di lucidità.
Però, che meraviglia scendere e trovare le incombenze casalinghe già ben avviate. Ok, le stoviglie non sono proprio riposte per bene, ma passi.
Elogio l’autore e fischiettando leggera prendo due bicchieri e li sposto al loro posto. Cinque centimetri a destra.
È il tatto che mi apre del tutto la vista.
La trasparenza del vetro ha tracce di frullato, merenda di ieri.
Giro una tazzina da caffè: ha ancora materiale sufficiente per leggere i fondi, ma rimando vita da strega per concentrarmi sulle tracce di sugo nei piatti.
Non ho il coraggio di sgonfiare la soddisfazione del lavoratore con la macabra scoperta.
La lavastoviglie non è partita, non ha fatto il suo dovere per distrazione serale.
Lui ha notato una sporcizia sospetta, ma pensando a macchie tenaci ha tolto ciò che poteva con spugna e straccetto.
Dovrò rimettere e rifare tutto daccapo, anche di più, per contatto avvenuto tra sporco e pulito.
Ma prima si premia la volontà di far bene. E pazienza se il cucchiaino è un po’ sporco d’olio.
Stamattina caffè condito. E che sarà mai?

andiamo

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