100 e tre. Cambiamenti
I letti!
Ho dimenticato di rifarli.
Non sono più salita nelle camere e il marito che ci lavora non fa caso alla manutenzione ordinaria.
Rimedio subito e intanto penso a quante volte ho compiuto questo rito.
Per il cambio di lenzuola aspetto quasi sempre il sole. Il privilegio della biancheria asciugata fuori è un’opportunità rara da queste parti e ogni tanto devo rinunciarci. Ma appena posso approfitto, per motivare il pulito. Unito ai ricordi è dirompente.
A Casa stendo in cortile sui fili sospesi dal balcone della suocera. Metto le mollette, due chiacchiere con la vicina che innaffia i gerani, la stoffa cattura il calore, la luce e il profumo.
E quando rientro nel letto cambiato di fresco mi sdraio dentro l’estate.
Le rare volte che dormo in albergo annuso la fragranza delle grandi catene. È come mangiare un piatto pronto: buono, ma non l’ha fatto mamma. Il personale che prepara le camere non è coinvolto emotivamente e l’impersonale si sente.
Il sonno è diverso sul mio cuscino al sapone di Marsiglia e i sogni spesso ritornano greci.
Quanti letti ho rifatto in sei anni all’ombra del Partenone?
Tanti.
Da marzo a ottobre arrivano amici a raffica. Mi capita a volte di accompagnare all’aeroporto un single e recupero una famiglia. Ogni tanto qualche parente fa capolino, ma deve prenotarsi in tempo. C’è chi ritorna ogni anno, chi duplica in inverno. I voli lo permettono, la nostra abitazione pure. Io assicuro presenza, poi si improvvisa.
Il cambio lenzuola è la base minima di accoglienza e sono diventata velocissima. Anche il marito offre un aiuto, ma litiga regolarmente con le federe.
E tra un ’tira di più, gira sotto, liscia, attento alla piega, non così, lascia faccio io’ gli anni passano e ci ritroviamo in quattro più uno, nel nord della Francia a fare gli stessi gesti. E io a rompere le scatole uguale.
Ne veniamo in fretta a capo.
Il minicane è già acciambellato sul morbido nuovo e discute con l’altro inquilino su chi è di turno al cuscino.
Il figlio augura buonanotte dal suo rifugio sottocoperta.
La figlia passa leggera la mano, con una carezza approva il risultato. Poi si sdraia e rimbocca le coperte dalla parte del panda, gli altri peluche se ne stanno composti in fondo al letto. Vegliano un sonno bambino che riposa sereno.
E magari stanotte si sogna tutti l’arcobaleno.
