100 e nove. Skyline

Sono una fan del luogo perfetto.
Lo penso, lo cerco, lo annuso, mi ci metto.
La casa ha tante mancanze: c’è da sistemare, migliorare, sopportare. Ci stiamo lavorando, che la perfezione mica piove dal cielo.
Arriverà a un buon livello, ma per l’odore di lievito non ci si può fare niente e soprattutto mancheranno sempre loro.
A Casa invece ci sono, insieme alla famiglia.
Dal balcone della suocera quando c’è il vento si potrebbero toccare e c’è un punto in ritorno da Como, dopo una curva prima della fabbrica di materassi, in cui vorrei abitare se fosse edificabile.
Ogni volta che passo scatto fotografie con gli occhi, è la cartolina segnalibro che non potrò usare mai, ce l’ho davanti però quando abbasso le palpebre.
Le vette si appoggiano al cielo, d’inverno la neve le carica di riflessi, ma anche al caldo promettono almeno un maglione se le vai a trovare.
Lo faremo presto.
Intanto all’una mi chiama l’amica che fra tre settimane partirà per Tahiti. È presa da mille preparativi, burocratici e pratici, ma è felice. Il finale degli sforzi sarà un mare a specchio e una vita in paradiso.
Quattro, cinque anni in infradito li farei anch’io, ma.
Già qui mi mancano le montagne, penso, chissà su un’isola. Non glielo dico, lei è nata tra gente di mare, tornerà nel suo elemento.
Negli anni greci siamo anche noi a mezz’ora di auto dalla spiaggia e ogni mattina dalla terrazza abbiamo Atene in centrocampo, in fascia destra il Parnitha coperto di pini, a sinistra il serio Pendeli. Si mettono tutti d’accordo per farci restare, pure due figli ci affidano, ma noi, irrequieti, siamo partiti.
Il luogo perfetto.
Qualche vacanza fa passiamo giorni muovendoci a piedi, il telefono prende pochissimo, ma tanto a che serve? Guarda dove siamo.
Si vive in una casa a Crampiolo, quattro anime, cento mucche e un cane. C’è la diga a proteggere il salto dell’acqua e le signore di roccia tutt’intorno.
I figli ancora piccoli imparano l’autonomia andando nella baita laggiù, all’appuntamento con la mungitura. Tanto ci vedi, mamma.
E pazienza se, ormai diventati puntini, invece di usare il sentiero tagliano per il ruscello. Le calze bagnate si asciugano.
La famiglia di quei giorni è passata, cambiata, ma i pasti in comune, il silenzio felice, anche la pioggia arrivata quasi ogni giorno, ci suggeriscono un modello che se non è perfezione allora cos’è.
Il luogo perfetto per noi è in salita, ormai lo sappiamo.
Per questo, dico al marito, non invidio poi tanto la vita a Tahiti. Senza montagne che gusto c’è?
Ma guarda che è un’isola, mica un tavolo. Pensa alla Corsica o alla Sardegna.
Acci. Mi toccherà rivedere i parametri del paradiso, chissà se c’è posto anche per noi.
Prima però ripasso geografia.

distanze







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