IX. La ricetta della felicità

È finita.
Il tempo di prepararla e non c’è più.
Certo, non è venuta buona come la sua. In effetti ho dimenticato di comperare la panna e per la crema ho mischiato latte di mandorla e yogurt. Désolée. Però lo yogurt è greco, quello nel nostro frigo non manca mai.
Comunque.
È stata una buffa coincidenza assaggiare per la prima volta una torta al rabarbaro. Amarla molto. E ricevere in regalo dall’amico capo cantiere, pochi giorni dopo il rientro, un enorme mazzo degli stessi gambi verdi e rossi.
Il colore patriottico gioca di sicuro un ruolo importante, ma grande è la meraviglia di poter riprodurre lo stesso sapore – o quasi – del nostro ultimo pomeriggio in giro per lande lombarde.
La responsabile della nuova madeleine di famiglia è un’artista del quotidiano. Un’amica che non molla mai e alla fine riesce sempre a organizzare una merenda insieme. Nonostante tutto.
La tappa fissa con mariti e figli è il colle dove tutto ricomincia. Parcheggiamo l’auto, scarichiamo un muso lungo, due stambecchi e una radiolina bionda e iniziamo la breve salita fra gli alberi.
Ci siamo venuti anche a febbraio. Non c’erano foglie, si alzava polvere ovunque, mi sembrava di non riuscire a respirare bene, il cielo era di un azzurro troppo intenso, quasi cattivo. O forse è il mio ricordo distorto dai mesi che sono venuti dopo.
Ma anche quella volta la passeggiata ci ha fatto bene.
Perché saliamo, tentiamo di chiacchierare dribblando le numerose incursioni filiali, ci fermiamo in cima. Sul prato. E fine.
Non serve nient’altro.
Se poi lei, come oggi, estrae dal suo zaino magico una merenda stellata con la torta più buona del mondo, non venitemi a cercare. Io mi fermo qui.
Ho contrabbandato un paio di birre. Ci sono succhi e acqua. Brindiamo alle tradizioni, ai ritorni e alla chiesetta quassù. Oggi è chiusa. Strano…
Di solito la aprono sempre nei giorni di festa.
‘Non sapevo quando saresti arrivati’ sembra scusarsi con il vento che le sfiora le pietre.
Ha ragione. La prossima volta l’avvisiamo, così ci aspetta.
Tanto torniamo presto con tutta la banda.
E con un’altra ricetta.

materia prima


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