XXIV. Il viaggiator cortese
Abbiamo un nuovo coinquilino in questi giorni.
È un giovane uomo buono che ho conosciuto bambino.
Aveva qualche momento libero e si è spinto fin qui al nord a farci un saluto.
Siamo vicini di casa a Casa. Porte attigue, stesso cortile.
Ricordo una raccolta di castagne insieme alle sue sorelle, lui la fondue al cioccolato mentre il marito gli dava due dritte nei compiti.
Storia fa.
Oggi mi parla del cielo visto dall’Everest e di permacultura. Ha camminato tutto il Cammino di Santiago, fino alla fine della terra, perché non è uno che lascia le cose a metà.
Sento la pioggia che batte sul tetto del suo rifugio in Nuova Zelanda, mi perdo con lui nelle strade di Pechino e mi servo due volte delle trote cucinate in foresta.
Gioca a carte con il figlio, con lui fa subito le mosse giuste.
Si lascia travolgere dalla valanga di parole della figlia, la ascolta cantare e insieme guardano il cartone di Spirit. Come il mustang selvaggio è un’anima libera, ma lui torna a dimora ogni tanto a toccar le radici.
La convivenza è facile, si adatta discreto ai nostri ritmi a singhiozzo.
Ho appena finito i viaggi scolastici del dopopranzo, il prossimo giro è verso le quattro.
‘Andiamo al museo?’ propongo.
Ma chiamo e le visite sono tutte piene, per oggi. Con in giro il corona non si può improvvisare.
Intanto arriva l’amico capocantiere, tira dei cavi, accetta un caffè.
Siamo seduti al tavolo in cucina, tre tazze, tre bicchieri d’acqua, tre generazioni.
Sto in mezzo e li ascolto chiacchierare di vini. Spirit ha fatto vendemmie in mezzo pianeta, l’amico più âgé non beve. Eppure si danno del tu e sembrano coetanei nello scambio di battute e di pareri sulle vigne migliori. Tra nomadi ci si riconosce, si condivide la stessa fame di mondo.
Li osservo e vorrei avere quegli occhi che hanno visto tanto.
Poi si fa tardi, l’amico capocantiere torna domani. Domani Spirit riparte.
Noi si esce tutti a cena stasera, non lo facciamo da un’eternità. Mangiamo francese e brindiamo agli incontri belli, a chi resta e a chi se ne va.
E viva chi viaggia, chi lascia una traccia e recupera energia da spendere altrove.
Buona vita, spirito gentile. Torna presto.

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