LII. Percorso avventura

‘Chi viene con me a fare due passi?’
I figli mugugnano dietro al libro di turno, in vacanza si tende all’inerzia. Il marito finge un’improvvisa sordità, mentre sega a mano un legno a destinazione ignota. Il minicane si è messo il guinzaglio da solo e ha preso le chiavi.
Finisce che altri coinquilini seguono le sue orme, ma in due ruote e casco.
Il taglialegna ci saluta dal giardino, con un recupero di facoltà uditive immediato.
Partiamo. La carovana conosce il percorso: si attraversa il parco delle magnolie, si gira a destra nel quartiere collège, poi sempre dritto verso la pista ciclabile, una capatina tra le residenze altolocate e rientro.
Miniguinzaglio avventura tira manco fosse un husky, ma riesco a non farlo impennare. Mi impegno in una corsettina giusto per dargli soddisfazione, poi inserisco la camminata da crociera e figli andate un po’ come vi pare. Resto indietro quel tanto che basta per atteggiarmi a signora (sola) con cagnolino, anche se sono vestita come un clochard con la coda.
Sono le undici di una domenica mattina d’ottobre, non c’è in giro nessuno. Magari hanno deciso di prolungare il coprifuoco e non siamo stati informati. Non mi preoccupo, tanto qui di assembramenti neanche l’ombra, nessun essere vivente all’orizzonte. Sembra uno di quei film da cineforum, dove non succede niente. Pure il tempo uggioso è da copione, scommetto che ce l’hanno messo apposta per far esplodere tutto ‘sto rosso arancio sugli alberi. Mai stata così felice di vedere un incendio. Riscalda la vista e fa tornare i pensieri belli. Sto in pace.
Peccato per le nuvole basse che umidificano le giunture, macerano le foglie.
E fanno scivolare i ciclisti.
Prima sento il grido, poi vedo.
La figlia che corre, la bici rosa riversa sull’asfalto.
Ma dove va? Si sono scontrati? La semicurva mi impedisce di capire.
‘Ti sei fatto male?’ grida la superstite.
Il fratello si rialza di scatto, le risponde con una vignetta rigurgitante fulmini e saette. Dev’essere il periodo, delle cadute intendo.
Lei è indenne. Ha fatto tutto da solo il Bugno dei viali alberati. Verifico traumi e danni materiali. Niente sanguinamento, solo il mezzo ha subito una torsione preoccupante che ha staccato il freno. La catena è saltata, il manubrio è girato.
Non indago sulla dinamica, che se il figlio insiste con i rilevamenti e i motivi dell’incidente saremo costretti ad inviare una pattuglia sul posto. Recupero i resti e rimetto la spedizione in movimento. Occorre rientrare, cambiare la felpa strappata e i pantaloni macchiati. Ci sono anche due escoriazioni importanti su gomito e caviglia.
Tranquillizzo la figlia. Le affido il minicane.
Quando arriviamo l’avventura ha assunto proporzioni epocali da raccontare a Geppetto che in un battibaleno si trasforma in meccanico e aggiusta la bici.
Una doccia fa evaporare i soucis del ferito.
Preparo il pranzo. Affaire classé.
Ma la giornata non è ancora finita.
‘Chi viene con me?’

la fine è vicina

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