LXXV. De rerum natura
L’11 novembre è festa. Si festeggia la fine della Prima Guerra Mondiale, l’armistizio firmato, la pace fatta.
Noi si trova pace a singhiozzo, basta una domanda sentita male o una risposta storta e avvengono deflagrazioni.
Il figlio guarda lo sport, la figlia legge sotto la sua tenda improvvisata.
Ho un intervallo breve tra pranzo e merenda e tento un riposo liofilizzato con il minicane sulle ginocchia.
Il marito leva la vernice dalla scala da basso. Ci stiamo dando il cambio nell’impresa, ogni tanto uniamo le forze, ma è un lavoro lungo.
Si tratta di riportare i gradini allo stato originale. Sono di cemento, ma il precedente proprietario li ha rivestiti di un triste smalto grigio che non ci è mai piaciuto, anche perché scivola.
Abbiamo provato a dimenticarla sotto uno strato di finto parquet in pvc incollato con cura. All’incontro tra alzata e pedata i listelli di legno fanno la loro figura, ma trascinano in basso senza passare dal via. Perché il bordino è traditore e io inciampo come niente, soprattutto nelle virate veloci e strette.
Domenica però mi ci sono dedicata e ho tolto tutto il vestito di plastica. Le mani e i polsi sono ancora indolenziti per la ginnastica mirata. Pazienza. La missione compiuta valeva gli acciacchi.
Ma manca ancora il grigiume.
Quando ha visto il barattolo di solvente, Osho ci ha lasciato il cannello a gas e qualche consiglio per salvarci i polmoni e l’integrità mentale. Che in questo periodo ci servono entrambi.
E così il decapatore ammorbidisce e facilita alla spatola il prelievo.
Calore ed energia, uniti a tanta santa pazienza, fanno la squadra che mettiamo in campo io e il marito. Per tornare all’origine e lasciare che la scala sia finalmente se stessa. Non soffocata da patine inutili e non cambiata a nostro gusto.
Cemento è, cemento sia.
Un gradino per volta, finiremo chissà quando, tra interruzioni, stanchezza, esaurimento bombole e rottura di spatole.
Ma noi si va jusqu’au bout, le scale a metà non le sappiamo lasciare.
Ogni riferimento all’educazione dei figli è puramente casuale.

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