Cr. Top chrono
L’aula è nel seminterrato.
Le finestre danno sul giardino interno colorato al tramonto.
Ci sono due tastiere, tre amplificatori, qualche leggio sparso. Il custode ci porta un rinforzo di sedie, anche se ne basterebbe solo una in più. Non arriverà nessun altro, ma o lui non lo sa o è un inguaribile ottimista.
Siamo vicini al deposito mezzi di trasporto, arrivano un paio di ragazzini in trottinette a parcheggiare, una giovane mamma che lascia un passeggino carico e il professore di hautbois désolé pour le retard.
Mi sta subito simpatico, trafelato e non atletico. Mi ricorda un amico che suonava la tromba nei bersaglieri: in un anno di militare ha corso talmente tanto che ormai è a posto. Da allora si riposa.
Désolé si asciuga il sudore e fa l’appello: tutti presenti i tre genitori con figli futuri nuovi allievi. Io e la tartaruga ninja ci siamo accomodate al centro della stanza, il gamin biondo e il papà cool sono vicini alla porta, sulla destra siedono figlia muta e mamma talmente bla bla bla che io al confronto sono di poche parole. E ho detto tutto.
Subito l’oratrice attacca condividendo con noi la gioia di questo momento dopo tre anni qu’on attend de jouer l’hautbois. E non capisco: chi aspetta da tre anni, lei o statuina di sale?
Il maestro raggrinza gli occhi dietro les lunettes, la mascherina si tira. Potrebbe essere un sorriso, ma anche una smorfia come quando hai una zanzara che ti impedisce di dormire. E in effetti per tutta la durata della riunione è un continuo zzz zzz e zzzz della mère heureuse.
zzz zzz e zzzz ha già comperato le ance nel negozio dell’ex allieva di Désolé, di cui fornisce pure l’indirizzo. Del negozio, non del prof.
zzz zzz e zzzz cerca subito sul telefono i titoli dei due manuali da comperare, così domani arrivano. Oh parbleu, ma non sono disponibili con la prime.
Eh, che ci vuol fare, chère mère, c’est la vie.
zzz zzz e zzzz
Io annoto tutto quello che posso sul retro di un opuscolo e intanto scopro di non avere la minima idea di come funzioni tutta ‘sta macchina dell’apprendimento musicale: mezz’ora di strumento la settimana, un’ora e un quarto di solfeggio e una di coro, spalmate dentro l’emploi du temps.
Gli altri hanno già tutta l’agenda organizzata, hanno opzionato da giugno. Io credo di non aver neanche ricevuto la mail.
Intanto la figlia chiede al maestro se può scegliere il mercoledì mattina che così non è stanca.
A neuf heures ça va très bien, merci.
E brava la mia tartaruga!
Mère heureuse invece vuole il martedì pomeriggio. No, cinque e mezza no, meglio cinque e venticinque.
L’obiezione di Désolé esce limpida dagli occhi. Di solito inizia alla mezza e tra una lezione e l’altra lascia comunque un quarto d’ora. Che uno magari una volta arriva in ritardo o deve andare in bagno…
Mère è irremovibile. Ha già fatto la prova: se statuina esce correndo da scuola e lei l’aspetta in auto con il motore acceso, in dieci minuti riescono ad arrivare al conservatorio. Così poi può enchaîner non ho capito quale altro impegno, forse una lezione di yoga.
Ma, scusi, il test di gara lo ha fatto davvero completo? Che, signora mia, una volta sola non basta. Metti che un giorno piove o tira vento o che la piccola ha un ingorgo di cartelle all’uscita.
Poi che fai?
Noi si scherza, però mère heureuse ha ragione.
Il tempo è una faccenda seria, è prezioso, non va sprecato.
Ma se lo spremi come un limone, quando non te n’è rimasta neanche una goccia, poi che fai?
