Quarantotto. Muri di gomma

Ta tac ta tac ta tac
La ritmica parte presto. Il tempo di fare colazione e via.
Ta tac ta tac ta tac
Racchetta muro pavimento racchetta muro pavimento. Avanti così.
Ta tac ta tac ta tac
C’è geografia da studiare. Due ore di pausa. Una bella illusione. Poi ricomincia.
Ta tac ta tac ta tac. Ta tac ta tac ta tac. Ta tac ta tac ta tac ta tac
L’arancione una volta mi stava simpatico. Ma ora quella pallina color carota non la posso più vedere. Sentire. Sentire. Si confondono anche le percezioni.
Ta tac ta tac ta tac. Ta tac ta tac ta tac
Per favore, figlio, non è che potresti…?
Ma certo. Prima devo battere il record, però.
E batte batte batte batte batte
Muro pallina muro pallina muro pallina. Ta tac ta tac ta tac
Tagliatelle? L’entusiasmo è alle stelle, forse si ferma. Ma i carboidrati danno energia agli sportivi, per giocare e combattere.
Contro ‘sto muro che non vuole mollare.
Ta tac ta tac ta tac. Ta tac ta tac ta tac.
Facciamo buon viso a gioco molesto, sosteniamo l’attività con tifo e striscioni colorati. Il minicane equo e solidale afferra la pallina con i denti, ma Decathlon vende i tubi da sei.
Ta tac ta tac ta tac
La figlia prende il largo e va a lavarsi i capelli.
Io, il marito e una confezione gigante di patatine cerchiamo il silenzio sotto il ciliegio.
Il minicane ci raggiunge con le birre.
Ta tac ta tac ta tac
Non molla, il figlio. Lo sappiamo. A niente valgono lusinghe, rimproveri, minacce.
Tento con il saggio della montagna: capisco che sei nervoso, stanco, annoiato, ma ci siamo anche noi, con le nostre orecchie e il diritto al riposo. La vita di comunità ha bisogno di regole per una convivenza pacifica. Se le infrangi ci sono delle sanzioni – ho detto proprio sanzioni…
C’est-à-dire, guarda che non mangi. Ci sono gli hamburger.
Ta tac ta tac ta tac
Ceniamo e il sottofondo continua. Non mangia con noi. Non mangia proprio.
Ta tac ta tac ta tac.
Siamo tutti mooolto nervosi, il minicane gratta per terra, chiudo le tapparelle anche se fuori non è ancora buio. Mi preparo allo scontro.
Ormai è un fatto più che personale, è giustizia universale.
Mi siedo sulla sedia a dondolo dietro di lui.
Ta tac ta tac ta tac.
À la guerre comme à la guerre, inizio a farla cigolare avanti e indietro avanti e indietro. Avanti e indietro.
Crii cri crii cri crii cri
Ta tac ta tac ta tac
Crii cri crii cri crii cri
Ta tac ta tac crii cri crii cri ta tac ta tac
Smettila. Smettila tu. Smettila tu. Io non smetto.
Ta tac crii cri ta tac crii cri
L’amica musicista ne farà una hit per l’estate.
Ta tac crii cri ta tac crii cri. Ta tac crii cri ta tac crii cri. Ta tac crii cri ta tac crii cri
Ma mentre i rumori si autogestiscono, io ti capisco. Succede anche a me. In un giorno qualunque, in un gesto qualunque. Ci metti tutta la rabbia, la frustrazione, la voglia di andare che non puoi.
E ta tac ta tac ta tac. E crii cri crii cri.
Contro ‘sto muro che non vuole mollare.
Io mollo, però.
Mi alzo e salgo a lavarmi i denti. Figlia, marito e minicane sono già piazzati sul letto a guardarsi un film.
Spegni la luce quando hai finito.
Ta tac ta tac ta tac.
Continua. Non so per quanto. Ho messo le cuffie.
Poi mi tocca una spalla. È tutto sudato.
Mi dispiace se non ho mangiato con voi. Non ho voluto rispettare le regole.
Vai a letto ora e bevi un po’ d’acqua. Domani a colazione c’è la Nutella.
E magari proviamo lo yoga.

smetto quando voglio

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