100 e ventuno. Pronta guarigione
Babbonatale è malato.
Niente di grave, dicono sia rimasto bloccato con la schiena, ma ci è mancato ieri.
Sospettavamo già qualcosa, quando non è passato lunedì, non è da lui lasciare in giro la betoniera così. La sventurata è rimasta a bocca aperta in giardino, si aspettava che venisse a prenderla e non si è visto.
Per fortuna la rosa con la sua fioritura pesante si è appoggiata al suo fianco e le tiene compagnia.
Lo smilzo invece deve finire di mettere i ferri da solo. Il marito gli dà una mano in un paio di momenti impossibili in solitaria, l’amico capocantiere pure, ma l’altra metà della squadra – tre quarti come ingombro – manca proprio.
Il figlio è molto preoccupato, ci tiene alla salute di tutti, sempre, e soprattutto quando sono persone di famiglia o compagni di griglia.
Tranquillo, figlio, la facciamo lo stesso. Babbonatale vorrebbe così.
Anche se piove?
Vedrai che non piove.
E infatti.
Arriva l’anguria. Dodici chili, mamma!
Arriva la carne. Ma quanta ne hai presa?
Arriva la pioggia. Tu apri il tavolo in casa, noi apriamo gli ombrelli.
Qui ogni giorno è buono per improvvisare una danza diversa. Figlia, non prendermi alla lettera, aiutami ad apparecchiare.
Avviso la vicina del cambiamento di location. Era in giardino a seminare fiori e non c’erano nuvole quando si è sentita invitare al nostro barbecue in cantiere. Ora entra con la maglia punteggiata di gocce e mi porge una ciotola dove ha trasferito il sole. Porta pomodori di cui scopro i colori antichi tornati sul mercato. I gialli e gli arancioni convivono con il verde oliva dal sapore dolce. Quelli rossi sembrano ora quasi banali, ma quanto sono buoni pure loro.
Sulla tavola aggiungo l’insalata dell’orto, quattro baguette e tre cetrioli tagliati a tocchetti, arrivano i vassoi coperti di stagnola dal fondo del viale.
Mamma, devi vedere come fanno la griglia in quel contenitore arrugginito.
Non è ruggine, figlio. È l’arte del fuoco che forgia l’oggetto.
Per base ha il piede di una vecchia macchina per cucire e dentro alla mezza pancia del boiler tagliato la legna brucia che è una meraviglia.
Caro babbonatale, grazie per avercela portata. Lo so, è solo un prestito, avresti dovuto goderne anche tu oggi. È proprio un peccato che tu non ci sia.
Avresti completato il nostro puzzle di commensali internazionali. La vicina francese ti avrebbe ceduto volentieri il posto a capotavola. Lo occupa intimidita, ma ascolta con interesse i racconti del tuo socio portoghese. All’altra estremità l’amico algerino ci dà l’indirizzo del boucher halal dove ha preso tutto ‘sto bendidio.
In mezzo due genitori italiani con figli di origine greca e sotto il tavolo, a riequilibrare le côté français, il minicane che tenta di espugnare la sua Bastiglia profumata. Invano.
Alziamo i calici colmi di vino, acqua o Coca-Cola, anche nel brindisi c’è un po’ di eclettismo.
Brindiamo al sole che dispettoso è tornato e a chi manca oggi.
Che sia presto guarito!

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