LXXIII. Homo sapiens

Il figlio non sta bene.
No, no, niente febbre, niente raffreddore, tosse o perdita dei due sensi sintomo del corona.
È il suo tempo che ha perso il gusto, che non ha più un buon profumo, che non ha più il senso di prima. Quando tutto era facile.
È sparito il mondo bambino in cui mamma e papà sono esseri quasi perfetti. Magari sbagliano un po’ nella quantità di spaghetti, ma hanno tutte le risposte e ti proteggono dal male.
A tredici anni vuoi cavartela da solo, senti che è ora, però non sai come fare e non hai voglia di imparare. Troppa fatica.
E poi, guarda che cubo, ci si mette pure il re morticello, ‘sta minaccia invisibile che si prende la vita di tutti e ne fa un gomitolo contorto. E ti ingarbuglia ancor di più un’età in cui già non ci capisci niente. Chi sei, cosa ti piace, come stai, dove sei.
Siamo qui, figlio. Siamo qui. Ingombranti, difettosi, stanchi e senza risposte. Ma restiamo. Anche se ci respingi forte e lontano.
Io nell’adolescenza mi sono rifugiata nei libri. Tu li leggi, ma non ti bastano, non ci trovi quello che stai cercando. Sudi in giardino dietro alla palla di rugby, chiedi chi viene, per poi rifiutare il gioco. Cresci un centimetro al mese, mangi per tre, sei nel tuo bozzolo non ancora finito, lo chiudi, lo rompi, ci rompi. Ti impegni, ti scusi. Sei arrabbiato, furioso perché hai perso il controllo. Delle tue giornate di bambino tranquillo, al sicuro. Della tua forza che non conosci. Della tua voce che urla.
Cambi pelle, cambi sguardo. E quello che vedi non ti piace. Sei confuso, tu che ami l’ordine. Fai degli errori, tu che ami la perfezione. Non sai che fare, tu che ami l’organizzazione.
Eppure lo so che da qualche parte c’è ancora quel bambino incantato davanti a una candela.
Dentro il nuovo te che avanza ci sono ancora lo stupore, la gioia, la tenerezza, la fiducia.
Li assumo io a tempo indeterminato.
Ne faccio scorta da tuo papà, da tua sorella, dal minicane, dalla famiglia, dagli amici, dalla natura e dal Cielo. Te li somministro ogni volta che posso, prima, dopo, durante i pasti. Li soffio sul tuo cuscino mentre riposi e te li metto in cartella insieme alla merenda.
Tornerai presto, ne sono sicura.

comitato d’accoglienza


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