CXXVI. Scatti

Ci sono fotografie mai scattate che mi restano in memoria meglio di un file salvato nell’enorme nuvola. Che io, per quanti sforzi faccia, resterò sempre analogica.
Funziono così. Per analogie. Sensoriali soprattutto. Un odore, un colore, un tessuto ruvido. Parte la connessione e torno alla gita scolastica a Barcellona o al mare greco che si infiamma la sera o a un lento allacciata a un amico che sa di buono.
Oggi mi si apre il file degli alberi. Negli anni intorno alle medie – scolastiche, non alcoliche – ho avuto una discreta fase Tarzan. Rientravo a casa sporca di resina nel migliore dei casi, lacero-contusa se i tentativi di emulazione erano stati più spericolati. Mi rivedo mentre tento un passaggio dal ramo alto del ciliegio e rimango appesa per i pantaloncini in mezzo al giardino. Assomiglio più a Cita che al campione di salto con liana, ma tant’è.
Il ciliegio in questione è ormai da anni sublimato in calore e cenere, ma nella casa francese ho trovato il suo degno erede. Sta per risvegliarsi dal sonno invernale, con quei rami secchi tutti arruffati però non si può proprio vedere. Bracciodiferro soprattutto, dopo aver sistemato e riordinato utensili e zolle, lo scruta torvo da qualche giorno. Per impedire azioni drastiche con la motosega appena riparata, chiedo alla vicina se può per favore spostare il trampolino azzurro che si trova esattamente sotto la zona da potare.
S’il est trop lourd, je viens vous aider’
Lei sorride, spegne la sigaretta con il tacco e voilà. Che ci vuole? Eppure peserà sì e no quaranta chili con i jeans.
Non indago. I chirurghi verdi stanno operando. Vado.
Bracciodiferro ha in mano una corda che il marito fa passare intorno al ramo sporgente al di là della rete.
‘Sali su e inizia a tagliare, io lo mantengo e lo tiro verso di me, così non scappa’
Le istruzioni sono chiare, io vengo gentilmente invitata a starne fuori, ma vedere un cowboy ottantenne che prende al lazo il tronco mi mette quasi più ansia del marito sulla scala con la sega in mano. Di questi tempi farsi male è vietato. Resto nei paraggi.
La vicina è rientrata. Olivia Oil e Frozen sono sedute in panchina. Il figlio è alla finestra, fa merenda. Minicane non pervenuto.
Il resto è un attimo, una fotografia. Nient’altro che uno scatto. Di quelli multipli però. Il tecnico aveva ragione, niente danni a cose e persone. Finisce tutto in segatura.
La legna tagliata e impilata si stringe quel tanto che basta per far posto al mucchio di bacchetti da fiamma. Il ciliegio sembra più giovane con il taglio asimmetrico.
Chissà, magari dovrei provare anch’io…

sala d’attesa


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