CXXVIII. Già che ci sei

Ci siamo quasi. I quaranta metri sono ormai raggiunti. Ieri io e il marito abbiamo caricato venti tubi più due, che meglio abbondare per ultimare la posa. Chi c’era avrà pensato che noi la domenica – prima che chiuda di nuovo tutto – si costruisce un acquedotto stile impero. Conseguenze di panico da clausura pandemica.
La Quboblu contrariata ha pure subappaltato la protesta all’ammortizzatore sinistro che si è messo a produrre dei totoc di rimprovero. Perché i blocchi di cemento per il passetto passino, ma ‘sti cilindri grigi e plasticosi credo siano stati la classica goccia.
Venerdì ne discuterò con il meccanico. Mi tocca.
Intanto ho imparato che bisogna stare attenti quando si esprime un desiderio. Perché a volte arriva qualcuno che non solo te lo realizza, ma ci mette anche quel suo non so che di esperienza, saggezza e follia contagiosa. Soprattutto se pronuncia quattro piccole insospettabili sillabe.
Già che ci sei.
Quanti continenti sono stati scoperti, quante lauree conseguite, quanti chili presi in questo piccolo testo breve.
L’haiku della motivazione.
Già che ci sei arriva fino al prossimo emisfero.
Già che ci sei studia un capitolo in più.
Già che ci sei assaggia anche questo. Buono vero?
Noi già che ci sei mettiamo anche lo scarico dell’acqua. Che dici?
Dico che un rubinetto e una presa per attaccare due luci erano già un lusso.
Ma vuoi che la cabane en bois au fond du jardin sia sprovvista dei servizi essenziali?
Dopo averla tinteggiata di rosso Natale, in un allegro pendant con lo scarlatto slittamunito, ora Bracciodiferro progetta di renderla indipendente. La baracca. Ancora piena di tutto il garage, dopo un anno e mesi vari. Ancora con il non aprire quella porta, please, sussurrato dalle zolle circostanti. Premurose. Previdenti. Inascoltate.
Da una settimana il nonno tuttofare scava con un’agilità che artrite levati. I fiori sono stati traslocati, i sassi parcheggiati a lato, smussata una radice, la lastra di cemento è messa a livello, l’altalena raccolta in preghiera accanto all’amaca.
Finirà e sarà bello. Intanto però si è messo a piovere. Il fango si attacca alle suole e la scivolata è garantita. Corriamo ai ripari. Il marito rispolvera un vecchio zoccolino zoppicante e lo mostra a Bracciodiferro per toccare il suo lato sensibile. L’effetto è immediato, l’intervento riparatore deciso e la mattina dirottata al coperto. Il soggiorno di riempie di segatura, ma vuoi mettere la soddisfazione di un lavoro fatto bene.
Fuori la pioggia accarezza gli scavi interrotti. Un gatto li attraversa in punta di cuscinetti, leggero, esce indenne dalla trincea.
Verrà il sole. Si finirà e sarà bello.
‘Intanto però, questo zoccolino si potrebbe…’
D’accordo, Bracciodiferro.
Già che ci sei.

prima della pioggia


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